venerdì 11 giugno 2010

Mercato del pescato: il taglio del nastro


Sarà aperto al pubblico il 2 giugno il nuovo mercato ittico di Torre del Greco. La struttura è dotata di 12 stand, banchi per la vendita, nastro trasportatore, celle frigorifere, una piccola fabbrica di ghiaccio e un locale dove i tecnici dell'ASL effettueranno i controlli dei prodotti ittici. L'iter che ha portato all'attivazione della struttura è stato lungo e oneroso. La minicittadella del pesce è stata realizzata grazie ai fondi del POR Campania ed è costata un milione di euro. Il 12 settembre 2007 una delegazione di nove eurodeputati ha svolto il sopralluogo della struttura e ne ha confermato l'idoneità. In seguito sono stati pubblicati due bandi per l'assegnazione dei dodici posteggi per la vendita dei prodotti ittici. Il primo bando ha registrato scarsa affluenza di partecipanti. I motivi di quest'insuccesso erano legati soprattutto a problematiche tecniche: i manifesti che illustravano le modalità di svolgimento del concorso sono stati affissi in ritardo e, quindi, i tempi che consentivano di aderirvi erano troppo brevi. Tuttavia con il secondo bando sono stati assegnati dieci stand.
Travagliata anche la scelta inerente all'area dove dovrebbero attraccare i pescherecci. La Capitaneria di Porto ha provvisoriamente risolto la questione scegliendo il molo di levante come punto di attracco; il pescato verrebbe poi trasportato, tramite appositi mezzi, al molo di ponente dove si trovano i banchi per la vendita. Il mercato del pesce è solo il primo di una serie di interventi finalizzati alla riqualificazione del porto di Torre del Greco. "Urge un intervento di valorizzazione e ricollocazione dei cantieri - afferma Mimmo Esposito, assessore con delega al commercio -. La pesca e la cantieristica sono fonti di reddito per il nostro paese".

Maria Consiglia Izzo

giovedì 10 giugno 2010

Tesoro non è come credi


Fino al 9 maggio al teatro Acacia si ride con Paolo Caiazzo protagonista, autore e regista di una nuova e divertente commedia, “Tesoro non è come credi”. Con lui sulla scena Maria Mazza e Maria Bolignano, insieme ad un nutrito gruppo di giovani attori: Francesco Mastandrea, Rosaria Russo, Ada De Rosa ed Enzo Varone. Caiazzo veste i panni di Michele, un fotografo di moda dal passato glorioso, alle prese con una crisi economica molto seria che lo costringe a vivere a casa della suocera. Una situazione che inevitabilmente influenza il rapporto di coppia con la moglie, interpretata dalla Bolignano. Mentre sta tentando di evitare il fallimento del suo matrimonio e di riconquistare la propria consorte, irrompono nella sua vita Fabrizio (un ex collega che sta riscuotendo molto successo) e la prorompente Maria Mazza - reduce dal successo della passata stagione - che interpreta se stessa. La complicità tra lo “spungillo di Torre del Greco” – così la suocera appella il povero fotografo - e la modella provoca sospetti, ripicche ed una serie di esilaranti qui pro quo con la moglie. Ma non c’è tempo per la gelosia, perché la coppia di coniugi, a causa della modella, dovrà affrontare un problema molto più serio: nella macchina fotografica che Michele ha utilizzato ci sono foto bollenti di Maria Mazza beccata in flagrante con un personaggio famoso in un noto locale romano, il Gilda. Alla fine, dopo un rocambolesco susseguirsi di scene tragico/comiche in cui Michele e la moglie sono terrorizzati perché minacciati con la pistola da un finto reporter che voleva le tanto agognate foto, i due coniugi scoprono di essere i protagonisti di un reality.

I riflettori sono puntati su tutto quello che succede nel quotidiano, il pubblico si può rivedere nella vita di coppia, tra incomprensioni e momenti di complicità e di astio giornalieri. La coppia in crisi protagonista di questa storia è una perfetta allegoria della coppia moderna sull’orlo del fallimento che, dopo dieci anni di matrimonio, è depauperata dalla passione, ma che, nonostante tutte le difficoltà, resiste.
Una commedia brillante, divertente, piena di colpi di scena. Una storia che si regge sui tempi comici in salsa partenopea di una compagnia affiatata che lavora da tempo insieme. Il regista, attraverso questa sua divertente piéce, riflette sul rapporto fra la gente comune e il mondo dello spettacolo, considerato come una meta da raggiungere a tutti i costi. Ottima l’interpretazione di Maria Bolignano, perfettamente a suo agio nella parte della moglie acida, ironica e tagliente, ma che, in fondo al suo cuore, ama profondamente il proprio compagno. Superba anche Maria Mazza, la cui bellezza offre quel pizzico di intrigante sensualità che tiene alta la tensione dello spettacolo.



M.C.Izzo

Infiorata di S. Maria la Bruna


Garofani, gerbere, rose, semi, piante essiccate, segatura. Sono i materiali utilizzati per la sesta edizione dell’Infiorata di Santa Maria la Bruna, evento organizzato dall’associazione “I colori dei fiori” in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna Bruna. I tappeti floreali realizzati dai gruppi di infioratori ospiti sono rimasti esposti fino a lunedì 24 maggio, giorno in cui è avvenuta la premiazione. Il tema di questa edizione è stato “L’amore di Dio, principio e salvezza dell’umanità”. Tante le scuole che hanno partecipato al progetto: la scuola media Angioletti che ha realizzato il tappeto di tulipani introduttivo, opera fuori concorso; l’istituto d’arte Degni di Torre del Greco, vincitore della gara, con il tappeto intitolato “Vortice d’amore”, raffigurante Cristo, centro dell’amore di Dio; l’istituto d’arte De Chirico di Torre Annunziata, la cui opera, intitolata “L’abbraccio di Dio”, si è aggiudicata il secondo posto; la scuola media Colamarino – Sasso che si è classificata terza con il tappeto intitolato “L’uomo, dal peccato alla salvezza”; e poi la scuola media Scauda, la scuola primaria Falcone, la Nazario Sauro, l’istituto Nicola Gianpietro, e la scuola primaria Bello di Trecase.“L’Infiorata vuole essere un evento formativo per le giovani generazioni – dichiara Vincenzo Vitiello, responsabile dell’evento – in un momento in cui i veri valori sono oppressi dalla violenza, il nostro intento è quello di riscoprirli per favorire una crescita sociale sana e incorruttibile. Questo evento vuole essere un grido contro la camorra”.



M.C.Izzo

Formazione e criminalità


La storia del baby estorsore 16nne, arrestato i giorni scorsi, ha sconvolto cittadini ed amministratori delle città vesuviane. Eppure le questioni della dispersione scolastica e della devianza minorile sono trite e ritrite. Esse incrociano più mondi formativi, dalla scuola alla formazione professionale fino al lavoro. Piazza Palomba, il porto, le piazzette, la zona Leopardi, e poi Pugliano, Ercolano: sono le zone da cui la malavita attinge per succhiare nuova linfa, per reclutare i soldati che faranno parte dell’esercito degli estorsori. Ciro Borriello e Vincenzo Strazzullo, rispettivamente sindaci delle città di Torre del Greco ed Ercolano, hanno più volte ribadito sulle pagine dei quotidiani il loro rammarico per quanto è accaduto. Le associazioni, protagoniste fondamentali nella realizzazione pratica dei progetti contro la devianza minorile, vogliono essere coinvolte anche nelle fasi di progettazione, formazione,coordinamento e verifica. “La nostra associazione vuole essere un bastone per i ragazzi torresi – dichiara Pasquale Colardo, responsabile pubbliche relazioni dell’ Associazione culturale enogastronomica V. Ciaravolo e A. Garofalo di Torre del Greco – noi ci impegniamo nel procurare lavoro a tanti giovani, che grazie a noi da aprile ad ottobre trovano impiego in ristoranti ed alberghi. Noi siamo a completa disposizione dell’amministrazione, senza nulla a pretendere, per l’organizzazione di corsi di formazione per ragazzi svantaggiati, anzi siamo disposti anche ad utilizzare le nostre sedi a tal scopo”. “Le associazioni non sono assenti – continua Colardo – abbiamo fatto tante proposte a quest’amministrazione, dall’istituzione di un tavolo tecnico con politici, operatori del turismo ed altre associazioni all’organizzazione di eventi che valorizzino il nostro territorio, ma nulla ci è stato mai accordato”. Non possiamo lasciare che la situazione marcisca e che la società diventi diseducata, ribelle alle regole della convivenza civile. C’è bisogno di risorse straordinarie, sia finanziarie che umane, per debellare veramente o almeno ridurre il fenomeno della dispersione scolastica, della devianza sociale e dello svantaggio. Non si tratta soltanto di “dare una mano” ai ragazzi in difficoltà, ma di assicurare loro un futuro migliore. Sarebbe utile che politici, dirigenti, medici scolastici, assistenti sociali del comune e volontari delle associazioni si parlassero tra di loro più spesso.

M.C.Izzo

Il sudore restringe il cervello


Sudare tanto compromette l'attività celebrale; la disidratazione “restringe” letteralmente il cervello, favorendone l' invecchiamento ed inficiando persino le capacità cognitive. Novanta minuti di “sudata” invecchiano il nostro cervello di oltre un anno. Questi dati emergono da uno studio condotto dai ricercatori Matthew Kempton e Ulrich Ettinger dell’Istituto di Psichiatria al King’s College di Londra, pubblicato sulla rivista Human Brain Mapping. Il cervello si “nutre” d’acqua: se questa viene a mancare, la materia grigia inizia a restringersi, rallentando anche le normali funzioni cerebrali, compresa quella del ragionamento.
Il team di scienziati ha scansionato il cervello di un gruppo di adolescenti vestiti con tre strati (uno a pelle, un abito con cappuccio e una tuta da ginnastica) dopo un’ora e mezzo di bicicletta. Dalla scansione celebrale dei ragazzi, che avevano perso circa due litri di sudore, è stato rivelato che il loro tessuto cerebrale si era ridotto. Più le persone avevano perso peso, più il loro cervello si era ristretto. I ragazzi sono stati poi sottoposti a test cognitivi: dai risultati è emerso che il gruppo dei “sudati” era diventato più lento e presentava difficoltà nell'apprendimento.

Maria Consiglia Izzo

Sex and the City 2


Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda, le quattro "ragazzacce" di Sex and the City, tornano al cinema. Giovedì 27 maggio il sequel del primo fortunato capitolo cinematografico, tratto dalla serie televisiva più glamour degli Usa, verrà proiettato in anteprima nazionale al "The Space Cinema Le Piramidi", vicino Vicenza, e al "The Space Cinema La grande mela" di Verona.
Il nuovo Sex and the city dovrà affrontare il tema della crisi economica. La produzione teme che si riproponga il caso “I Love Shopping”, pellicola a lungo criticata perchè ironizza sul consumismo, e per questo colpita in pieno dai nostri tempi.
Le quattro amiche protagoniste del film sono rimaste fedeli al loro esclusivo stile di vita glamour e, oltre ai loro abiti firmati e alle inseparabili Manolo, hanno scelto con attenzione anche le loro auto. Samantha, ad esempio, si diverte a guidare la Mercedes Classe G, il leggendario fuoristrada con la Stella. Inoltre, le quattro protagoniste del film si concedono un viaggio esotico tutte insieme, spostandosi comodamente a bordo di lussuose limousine Maybach con chauffeur.
Ecco alcuni dettagli curiosi sul guardaroba delle quattro amiche: la giacca del completo Dior di Charlotte costa 3.090 dollari, la borsa 790; gli occhiali da sole di Carrie sono Jee Vice e costano 170 dollari; le scarpe Yves Saint Laurent Triumph di Miranda costano 795 dollari.
Novità anche nella trama. Charlotte York-Goldenblatt (Kristin Davis) avrà il suo bel da fare nel crescere le sue due figlie, mentre per Miranda Hobbes (Cynthia Nixon) ci sarà una battuta d'arresto professionale che costringerà la stacanovista a dedicarsi alle faccende di casa. La mangiauomini Samantha Jones (Kim Cattrall) si ricongiungerà con il fidanzato, l'attore Smith Jerrod (Jason Lewis), il fustacchione che lei ha aiutato a sfondare a Hollywood. Non ci sono buone notizie per Carrie Bradshaw: il simpatico personaggio interpretato da Sarah Jessica Parker attraverserà l’ennesimo periodo di crisi con Mr Big (Chris Noth); l'eterno fidanzato e ora novello sposo di Carrie, in Sex and City 2 è costretto ad accettare un lavoro che lo porterà fino a Londra. Qui l’ex uomo d’affari, caduto in depressione, finirà tra le braccia di un’altra donna. Naturalmente ci saranno sempre le grandi amiche a sostenere Carrie in questo momento difficile. Tra gli altri colpi di scena la celebrazione di un matrimonio gay: quello tra Anthony (Mario Cantone) e Stanford (Willie Garson).
Il primo adattamento cinematografico della serie più amata degli ultimi 20 anni ha incassato più di 400 milioni di dollari. Adesso il regista Michael Patrick King torna dietro la macchina da presa per dirigere una storia basata su un suo copione originale, certamente diverso dal capitolo precedente. E chissà se il regista ha seguito i consigli di Vivienne Westwood, che aveva realizzato l’abito nuziale di Carrie Bradshaw nel film precedente; la stilista aveva criticato pubblicamente Patricia Fields, autrice di tutti gli altri costumi di scena.

Maria Consiglia Izzo

mercoledì 9 giugno 2010

Le tradizioni in mostra


Grande successo per la prima edizione della mostra - evento "Historia Octavae", che si è tenuta in concomitanza con la Festa dei Quattro Altari presso il Palazzo Baronale di Torre del Greco. Essa non è stata solo un importante evento culturale, ma è stata arricchita anche da una serie di iniziative che compongono un programma decisamente stuzzicante. In primis l'esposizione fotografica di immagini in bianco e nero che ritraggono il Palazzo Baronale e l'area circostante negli anni precedenti al terremoto del 1980.
Sono stati simulati momenti di vita vissuti dai nostri antenati: figuranti con abiti d'epoca vagavano per le sale del Palazzo, degustazioni gastronomiche hanno risvegliato in coloro che ne hanno usufruito, la nostalgia per la semplicità e la genuinità.
Nei giardini del Palazzo è stato creato un tappeto di fiori con il logo della Mostra, la cui grafica è stata curata dall'Associazione Culturale ModArtEventi. L'Istituto Statale d'Arte ha esibito bellissimi gioielli ricavati dalla lavorazione di coralli, pietre dure, cammei e metalli preziosi. I ragazzi dell'Istituto Professionale "F. Degni" hanno esposto le loro produzioni di laboratorio e trenta giovani artisti hanno esposto per la prima volta le loro tele. Anche lo spettacolo ha trovato spazio in questo ricco menù; si sono esibiti: il gruppo "Napoli Futura" diretto dal maestro Susy Savarese; il gruppo "Amici dell'Arte" con un concerto di musica classica con ensemble vocale "Salerno classica", diretti dal maestro Luciano D'Elia; il gruppo musicale - posteggia "I Marechiaro" che ha proposto saggi di musica classica napoletana. Un accenno merita, infine, il prestigioso catalogo, creato dall'Associazione Culturale ModArtEventi, dove, oltre ai contenuti della mostra, ci saranno informazioni sulla storia della Festa dei Quattro Altari e interessanti curiosità sui tappeti e gli altari dell'edizione 2008 della Festa.
Maria Consiglia Izzo

Bambini maltrattati: il loro sorriso non è abbastanza efficace


I casi di abbandono e abuso dei bambini o, addirittura, di infanticidio occupano sempre più spazio nelle pagine di cronaca dei giornali: mentre in Italia si discuteva del caso di Cogne e di quello del piccolo Samuele, negli Stati Uniti l’opinione pubblica era stata presa dal caso di Andrea Yates, una trentasettenne che aveva affogato i suoi cinque figli. Ma cosa spinge una mamma a fare una cosa simile?
La condizione di “essere madre” comporta l’investimento di un grande, grandissimo amore. Tuttavia, in alcuni casi, tale condizione potrebbe arrivare a generare anche un violentissimo odio, per cui una madre può arrivare addirittura ad uccidere il proprio figlio. “Essere madre”, in ogni caso, non protegge la donna dalla possibilità di far del male al proprio bimbo e questo viene confermato da un recente studio americano pubblicato sulla rivista Pediatrics.
I medici dell’ospedale pediatrico del Texas e i neuro - scienziati del Baylor College of Medicine di Houston hanno annunciato che il sorriso dei bambini accende d’amore il cervello della loro mamma, attivando le aree neurali del piacere. Gli esperti hanno osservato, con la risonanza magnetica funzionale, l’attività del cervello di 28 neomamme di fronte alle foto dei propri bimbi. Quando le giovani mamme scorgevano il viso sorridente del proprio figlio, le aree associate allo striato, al lobo frontale e alla zona ventrale della sostanza nigra aumentavano il rilascio di serotonina che, tra l’altro, controlla l’umore e la cui diminuzione è spesso causata dalla depressione e da disturbi psichiatrici anche gravi.
I risultati di questo studio sono importanti perché offrono nuovi indizi per capire le basi fisiologiche dell’attaccamento. Il rapporto tra la madre e il figlio è importante per lo sviluppo emotivo del bambino. In alcuni casi, però, quella che si ritiene essere un’empatia naturale tra madre e figlio non si sviluppa correttamente; capire il meccanismo di reazione cerebrale della madre al sorriso o al pianto del proprio bambino può aiutare a capire cosa non funziona quando le madri non sono in grado di stabilire un rapporto con il neonato e a prevenire le situazioni di rifiuto, abuso e maltrattamento dei bambini.

Maria Consiglia Izzo

Gli errori dei genitori ricadono sui figli


Noi siamo quello che realizziamo, “l’albero si riconosce dai frutti”: lo conferma una ricerca pubblicata dal domenicale londinese “Sunday Times”.
Il prof. Robert Waterland, docente di pediatria al Baylor College di Medicine of Houston in Texas, ha usato l’epigenetica per spiegare la causa della grassezza dei bambini, figli di donne obese; a suo giudizio si innescano vere e proprie “alterazioni” del DNA a livello molecolare. A Londra il prof. Marcus Pembrey ha scoperto che i fumatori ultraprecoci tendono ad avere una prole con un alto rischio di obesità ed ha individuato le cause di tutto ciò in una modifica nel funzionamento del codice genetico. Un’altra ricerca che convalida questa tesi arriva dalla Svezia dove è stato scoperto che i figli di coloro che durante l’infanzia hanno sofferto la fame tendono a vivere più a lungo. Dunque lo stile di vita di ognuno di noi, sia esso corretto o scorretto, è una concausa delle alterazioni del patrimonio genetico della famiglia in quanto inibisce o rafforza alcune predisposizioni, portando talvolta ad effetti devastanti.
La tesi che il destino di ognuno di noi è interamente scritto nei geni è stata a lungo supportata dagli scienziati di tutto il mondo. Tuttavia, negli anni ’90, importanti ricerche costrinsero gli scienziati a rivalutare il “potere” del DNA; scoprirono, infatti, che se il grilletto del tumore era genetico, la forza che lo faceva scattare era legata in primo luogo alla dieta ed in secondo luogo alla quantità di agenti tossici assorbiti (ad esempio, vivendo in città inquinate).
Ora le ricerche sull’epigenetica ci portano ad un’ulteriore definitiva prova che rovescia addirittura la concezione stessa dell’ereditarietà. Queste nuove conoscenze porteranno a rivoluzionare il pensiero scientifico su cause ed effetti delle malattie; esse contengono gli elementi di una rivoluzione culturale e comportamentale di massa. Sostanzialmente passiamo da un messaggio passivo :”il medico conosce le medicine in grado di guarire”, ad un messaggio responsabilizzante:”la tua salute e quella della tua prole dipende da quanto fumi, da quel che mangi, da quante coccole dai e ricevi, etc”.
L’alimentazione, l’affettività, l’atteggiamento verso la vita possono essere potenti medicine o pericolosi veleni. La coscienza di questo fatto non potrà che avere ricadute eccellenti sui comportamenti umani.


Maria Consiglia Izzo

Italian Jewellery Awards: un premio per la gioielleria Made in Italy


Si chiama “Italian Jewellery Awards” la prima edizione del Premio dedicato all’arte orafa italiana.
La manifestazione ha preso corpo grazie alla partnership tra l’Assessorato all’Agricoltura ed alle Attività Produttive della Regione Campania ed EMAP – Spring Fair International, già organizzatore dei prestigiosi UK Jewellery Awards. L’iniziativa rientra nell’ambito delle strategie finalizzate allo sviluppo ed alla promozione dell’oreficeria campana e si pone nel più ampio contesto di rilancio del gioiello Made in Italy.
Faranno da sponsor all’iniziativa i principali consorzi orafi campani, tra cui il consorzio Vulcano, e la città di Torre del Greco.
Sette sono le categorie di premi istituite: miglior giovane designer italiano, miglior designer professionista, la più innovativa azienda orafa italiana, il più innovativo punto vendita del settore, la più innovativa campagna di comunicazione del settore, il miglior prodotto realizzato con materiali e tecniche proprie della gioielleria campana. Un riconoscimento particolare sarà assegnato anche al design di matrice anglosassone, in virtù del gemellaggio con Birmingham. A coordinare la giuria internazionale di esperti sarà Alba Cappellieri, docente di design del gioiello alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano. La città di Torre del Greco premierà il punto vendita più innovativo, ovvero il miglior punto vendita monomarca di azienda orafa italiana, capace di rappresentare tanto l’identità aziendale, quanto i principi della ricerca di nuovi scenari di consumo.
I vincitori saranno presentati dalla giornalista Ilaria D’Amico durante una serata di gala che si terrà il 15 novembre 2008 nella bellissima città di Amalfi.
Tra gli eventi in programma, c’è la mostra espositiva denominata “L’Oro del Vesuvio” che si terrà il 14 novembre a Torre del Greco. Fortemente voluto dall’Assessorato alle attività Economiche e Produttive della “Città del corallo”, questo evento coinvolge le aziende orafe torresi medio – piccole, esponendole in una vetrina rivolta ad una platea nazionale ed internazionale. In concomitanza alla mostra, si svolgeranno incontri con giornalisti e professionisti del settore che discuteranno le strategie possibili per un miglior posizionamento delle aziende orafe locali su scala internazionale.
L’Italian Jewellery Awards, che si candida ad essere il principale evento mondiale della gioielleria, promuove anche la natura e l’eccellenza artistica del territorio campano.
Maria Consiglia Izzo

Vademecum per mantenere i benefici del sole


Arancione, rosso, viola, verde: sono le tinte delle sostanze benefiche presenti soprattutto in frutta e verdura. Cibi non solo gradevoli alla vista, ma anche buoni da mangiare e utili a conservare il più a lungo possibile, ed in maniera naturale, l’abbronzatura. Una sostanza particolarmente utile a tal fine è il betacarotene, prezioso alleato per la produzione di melanina, che si rivela utilissimo prima, durante e dopo i periodi di esposizione al sole; infatti si stratifica sotto la pelle rallentando la perdita di colore. Esso si trova in tutta la frutta e la verdura giallo – arancio: carote, zucche, pesche, papaia, albicocche, cachi e meloni. E’ inoltre presente negli spinaci e nella catalogna. Ma attenzione a non esagerare! Grosse quantità di betacarotene potrebbero addirittura determinare la comparsa di macchie cutanee.
Un altro prezioso alleato dell’abbronzatura è il licopene, pigmento di colore rosso caratteristico di pomodori ed anguria, considerato il principe degli antiossidanti. Esso si distribuisce nei tessuti esposti alla luce solare, contribuendo a prevenire i danni causati dai raggi UV e, dunque, a mantenere la pelle giovane. Il licopene si assimila meglio se associato a dei grassi; inoltre una breve cottura ne aumenta la biodisponibilità. Niente di meglio di un bel piatto di spaghetti con un sugo di pomodoro fresco appena scottato.
Anche le vitamine A e B costituiscono un “elisir di lunga abbronzatura”: esse si trovano nella zucca, nelle carote, nel latte, nei formaggi. Uova, cereali integrali, fegato, legumi e pesce, oltre alla vitamina A, assicurano anche un apporto di riboflavina o B2, che nutre la pelle, e di tirosina, un aminoacido che stimola la melanina.
Kiwi, limone, pompelmo e peperoncino sono miniere di vitamina C, la proteina che mantiene l’elasticità dei tessuti contribuendo alla ricostruzione del collagene e che migliora la circolazione.
L’olio extravergine di oliva aiuta a fissare l’abbronzatura grazie alla vitamina E ed ai grassi vegetali in esso contenuti.
Anche i minerali non devono mancare nella dieta post – tintarella, poiché durante il periodo estivo sono eliminati attraverso l’abbondante sudorazione. Il selenio (che si trova in carne, pesce, cereali, frutti di mare) combatte l’ossidazione, mentre lo zinco (vegetali e cereali integrali, crusca e lievito di birra) ripara i danni causati dalle scottature; il rame (molluschi, frutta secca e cacao) mantiene l’elasticità dei tessuti.
Il consiglio poi è quello di idratare adeguatamente la pelle bevendo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, non fredda e possibilmente assunta lontano dai pasti. In questo modo si posticipa la desquamazione della pelle e comunque si rende questo fenomeno più omogeneo e meno sgradevole esteticamente.
L’ultimo consiglio è il più semplice: rassegnarsi a tornare col tempo al colorito naturale. “E’ inutile ricorrere alle lampade solari – spiega Caterina Catricalà, direttore del Dipartimento di Dermatologia oncologica agli istituti fisioterapici ospedalieri di Roma – Esse non abbronzano perché i raggi Uva forniscono solo un colorito superficiale, che non è abbronzatura”.
Maria Consiglia Izzo

Piedi in vista


I piedi, dopo aver trascorso l'inverno al chiuso di scarpe e stivali finalmente, dopo mesi e mesi passati serrati tra anguste mura, ricominciano ad odorare il profumo della libertà: con la bella stagione ritornano allo scoperto, anzi è tempo per loro di essere i protagonisti! I piedi, dopo l'ombelico, il coccige, il seno, sono diventati la zona erogena di moda. Prima trattati da pervertiti, i piedisti stanno uscendo allo scoperto. Si complimentano se hai piedi adeguati, discutono di smalti, hanno molte pretese sui sandali. C’è addirittura chi cammina a piedi nudi; Kate Moss va sempre in giro per Londra scalza (vabbè, esce dalla macchina con autista e si fa fotografare). Tra l'altro fa bene, dicono i teorici della recente pratica del barefooting: raddrizza la colonna vertebrale, previene le vene varicose e le malattie da raffreddamento. E poi (si legge sul sito correrenelverde.com) «riconcilia i nostri piedi con la sensorialità che è loro propria». Per chi vuol procedere per gradi, o evitare del tutto funghi, tetano, leptospirosi e semplici feritine, si può allestire una pista di barefooting; con «muschio, aghi di conifera, foglie, pigne, sabbia, corteccia e sassolini», magari adattando il corridoio. Per chi non ha voglia, buon per lei: ci sono in giro troppi feticisti sdoganati che dopo un po' di barefooting le direbbero «mamma mia, hai i piedi a pezzi».
Maria Consiglia Izzo

Il segreto della costruzione delle piramidi è nelle stelle


La Piramide di Cheope, anche detta Grande piramide, è il monumento più famoso e studiato al mondo, l'unica meraviglia del mondo antico superstite fino ai nostri giorni. Essa è situata presso l’odierna piana di Giza, vicino al Cairo. Oggi possiamo dire, forse, di sapere quasi tutto sulle piramidi, eppure intorno alla Piramide di Cheope i misteri e gli interrogativi continuano a superare le certezze. Ci sono teorie più attendibili di altre, ma è inutile negare che su molti, importanti aspetti di questa costruzione gli studiosi siano ancora divisi. Insomma, le ipotesi ci sono ma non sapremo mai se corrispondo a verità. "Il segreto della piramide di Cheope è incastonato tra le stelle": lo afferma il ricercatore Vasile Droj di Roma, secondo cui nella tomba di Senmut, architetto egizio della diciottesima dinastia (1480-1458 a.C.), si trova una "mappa stellare" che riporta le considerazioni geometriche che sono alla base della genesi delle piramidi. La ricerca è pubblicata sulla rivista "Fenix". In questa raffigurazione, le tre famose stelle della cintura di Orione, che rappresentano le tre piramidi della piana di Gizah, sono incise in un rettangolo che a sua volta nasconde un quadrato ben delimitabile. Al suo interno le tre stelle generano relazioni matematico-geometriche che rivelano i principi universali posti all'origine concettuale, nonché pratica, della piramide di Cheope. Secondo Droj la piramide di Cheope è una vera e propria "equazione" in cui la diagonale del quadrato, come si rileva dal graffito tombale, diventa il lato di base della piramide, mentre il lato dello stesso quadrato diventa l'altezza del monumento. Il tutto riporta al classico modello piramidale con la pendenza di 52 gradi delle facce. In altre parole, la piramide di Cheope non è una costruzione arbitraria, bensì la trasposizione pratica di proporzioni fissate dalla costellazione di Orione. Per gli antichi egizi questo aveva un significato religioso, in quanto assicurava l'ordine del cosmo, legato alla dea Maat, contro la confusione creata dal dio del caos, Apophis. Alla base di tutto, azzarda Droj, sembra vi sia uno dei sette teoremi "perduti" di Pitagora, tenuti nascosti perché rivelavano l'esistenza dei numeri irrazionali, come la radice quadrata di 2. A questo rapporto particolare sarebbe dedicata la più piccola delle piramidi di Gizah, quella di Micerinos, che per questo venne costruita di poco al di fuori dell'asse individuato dalle piramidi di Cheope e di Chefren, proprio per suggerire la sua particolarità.

Maria Consiglia Izzo

Alla 48 Ore del Mare si parlerà del futuro della Tirrenia


La Tirrenia sarà uno degli argomenti cardine della 48 Ore del Mare, che si terrà mercoledì 1 e giovedì 2 luglio a Roma. “Noi crediamo che la questione vada affrontata con un percorso che passi prima dalle Regioni e si concentri poi sulla capogruppo”, ha annunciato il Presidente di Confitarma, Nicola Coccia, sulle pagine di Affari e finanza, inserto del giornale Repubblica. La tesi di Confitarma è chiara: le società regionali (Caremar, Toremar, Siremar e Saremar) che garantiscono i collegamenti con le isole minori di Campania, Toscana, Sicilia e Sardegna, saranno controllate dalle Regioni; quel che resta della flotta della compagnia di bandiera sarà oggetto della vendita finale. “Non sarà né automatico né scontato, perché chiederemo che non si creino situazioni distorsive della concorrenza nei confronti dei privati impegnati sulle stesse rotte — ha spiegato Coccia sulle pagine di Repubblica - Bisognerà discutere sul ruolo delle Regioni che sono enti regolatori che diventeranno anche gestori. Ma riteniamo che, garantito il rispetto della concorrenza, il destino di quelle società sia nelle regioni di appartenenza”. Depotenziata delle società regionali, la Tirrenia si troverà a operare su rotte dove sono già presenti i privati. Si andrà a un bando di gara e sono certo che le clausole imposte dal governo sull’occupazione saranno pienamente rispettate dagli operatori che già da anni assicurano un servizio di qualità su questi collegamenti per la Sicilia e la Sardegna». All’incontro saranno presenti anche il Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, ed il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che confermeranno il tempo limite per le sovvenzioni alla flotta pubblica: la fine del 2009. Gli altri relatori saranno: Giambattista Bufardeci, Assessore per il Turismo, le Comunicazioni e i Trasporti, Regione Sicilia; Ennio Cascetta, Assessore Trasporti e viabilità - Porti ed aeroporti - Demanio marittimo, Regione Campania; Riccardo Conti, Assessore Territorio e infrastrutture, Regione Toscana; Franco Dalia, Assessore alla Mobilità, Regione Lazio; Liliana Lorettu, Assessore dei Trasporti, Regione Sardegna; Giovanni Mendola, Amministratore principale Commissione Europea DGTREN; Enrico Pujia, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Roberto Luvini, Segretario Nazionale FILT CGIL; Beniamino Leone, Segretario Nazionale FIT-CISL; Giuseppe Caronia, Segretario Generale UIL-TRASPORTI.
All’appuntamento italiano con il mondo dello shipping non si parlerà solo del futuro della Tirrenia: il confronto con la finanza sarà l’altro tema trattato. Nella serata di mercoledì, alle ore 18.30, è poi prevista la firma del protocollo d’intesa per l’istituzione dell’Accademia della Marina mercantile di Torre del Greco.
Maria Consiglia Izzo

Sindrome da rientro


Mal di testa, nervosismo, scarsa capacità di concentrazione, sonnolenza: ecco gli effetti collaterali di una splendida vacanza. Non conta il luogo, ma conta lo spirito con cui l’hai vissuta. Così, anche chi ha improvvisato un campeggio con gli amici può essere vittima della “sindrome da rientro” dalle vacanze estive. Chi è tornato il 31 agosto e il primo settembre già siede dietro la scrivania del proprio ufficio inizia a lamentare i sintomi anzidetti. L’origine di tali malesseri deriva dall’impreparazione della mente e del corpo a sopportare il notevole surplus di energia richiesta dal brusco cambiamento di clima, di ritmi e di alimentazione. Ecco i rimedi per ridurre al minimo questi effetti: rientrare dalle ferie 2-3 giorni prima dell’inizio delle normali attività; non catapultarsi immediatamente in tutte le attività il primo giorno e fare in modo che l’impegno lavorativo entri a regime nell’arco di un paio di settimane; riequilibrare il proprio regime alimentare (2000 Kcal al giorno possono bastare), di solito sballato durante le vacanze; ripristinare gli orari del sonno (a letto verso le 23 e sveglia alle 7).
M.C.Izzo

Le associazioni antiracket


Nel campo della lotta alla mafia sono sorte diverse esperienze della società civile. Tra queste vi sono le associazioni antiracket che comprendono realtà commerciali che hanno subito intimidazioni diversificate quali: danni ai locali dell’attività, aggressioni, intimidazioni e minacce. Per combattere il racket e l’usura è indispensabile che le vittime denuncino i danni subiti; senza questa prova di responsabilità molto difficilmente questi fenomeni un giorno si estingueranno.
Commerciante, laureato in filosofia, Tano Grasso è stato il presidente della prima associazione antiracket costituita in Italia (l'ACIO di Capo d'Orlando). E' stato eletto deputato nel 1992 e riconfermato nel 1994 ed è stato in entrambe le legislature componente della Commissione Antimafia.
Se ci sono sempre stati operatori economici che si sono ribellati alla mafia e, spesso, hanno pagato con la vita il loro coraggio, solo con l'esperienza dell'associazione antiracket di Capo d'Orlando, costituita nel 1990, si è sperimentato un modello più incisivo e più sicuro per l'azione di contrasto. Tanti i nomi di commercianti uccisi mai comparsi sui giornali; quello di Libero Grassi, imprenditore ucciso a Palermo il 29 agosto 1991 dalla mafia per aver rifiutato di pagare il pizzo, lo si ricorda solo perché ucciso in seguito alla costituzione delle prime associazioni antiracket.
Attraverso l'associazione si sottrae l'imprenditore a quella condizione di solitudine e di isolamento che costituisce il punto di maggiore debolezza per la vittima e di maggiore forza per il mafioso; si può colpire un commerciante e spegnere quella sola voce di rivolta, ma non se ne possono colpire dieci o cento o uno tra questi, perché non si annullerebbe la resistenza degli imprenditori. “La mafia ha una struttura razionale, è cioè capace di calcolare costi e benefici – racconta Tano Grassi – il modello dell’associazionismo antiracket è un modello razionale in quanto si fonda sulla concezione che per la mafia ammazzare un imprenditore rappresenta un costo maggiore dei benefici. Dunque, questo modello si concretizza in una strategia che sprona, incoraggia gli imprenditori alla denuncia di massa. L’imprenditore, affiancato da altri, non ha più paura e il suo confronto con la mafia diventa razionale”. Le associazioni antiracket fungono da mediatrici tra gli imprenditori e la giustizia in quanto cercano di mitigare i possibili pericoli cui questi possono incorrere. “Spesso il danno all’azienda, inteso come perdita dei clienti od allontanamento del personale, è più grave dell’omicidio – continua Tano Grasso – le associazioni impediscono che questi imprenditori subiscano grosse perdite”. Contro le settanta associazioni antiracket, dopo i processi in cui si sono costituite parte civile, non vi è stato alcun atto di violenza. Si è riusciti finalmente, e non in via teorica, a conciliare la denuncia del racket con la sicurezza delle vittime.

M.C.Izzo

SOS corallo: l’oro rosso potrebbe divenire una specie protetta


Torre del Greco contro gli Stati Uniti. Una battaglia difficile, ma non impossibile, quella contro la proposta, fatta dal governo degli USA, di inserire tutte le specie del genere Corallium nella lista della Cites, la convenzione delle parti che regola il commercio delle specie della fauna e della flora. Fino ad ora non è stata necessaria alcuna certificazione o permesso speciale per il commercio del corallo, sebbene nel 2007 gli USA ed alcune lobbie ambientaliste avessero già avanzato una proposta simile. Ma come mai il governo statunitense insiste così tanto? Il corallo è abbondantemente presente nelle barriere al largo delle Hawaii, l’arcipelago del Pacifico che ogni anno accoglie migliaia di turisti. Queste barriere coralline sono meta di tanti pescatori di frodo, soprattutto asiatici, che ivi fanno il pieno di corallo creando gravi danni all’ecosistema e deturpando una delle principali attrattive turistiche delle isole americane. Tuttavia, l’Assocoral, ovvero l’associazione dei produttori di corallo di Torre del Greco, assicurano che il materiale da loro lavorato deriva dai fondali marini, addirittura viene pescato a profondità che vanno dai 70 ai 120 metri sotto il livello del mare. Dunque, i metodi di approvvigionamento del corallo adottato dai torresi non lambiscono neppure minimamente le barriere coralline. Sembra che dietro la proposta degli Stati Uniti ci sia anche lo zampino della "Tiffany Foundation" che ha devoluto 700.000 dollari per una campagna in difesa del corallo il cui slogan è "troppo prezioso per essere indossato". Contro la proposta degli USA si sono schierati non solo i produttori torresi, ma anche il governo italiano, l’Unione Europea, gli scienziati, il governo giapponese e perfino la Fao, convinti che il corallo non è una specie in via d’estinzione, né rischia di diventarlo. Le imprese attualmente operanti nel settore del corallo a Torre del Greco sono circa 300, per lo più a carattere familiare. Il fatturato complessivo del settore in Campania sfiora i 160 milioni di euro. Qualora la proposta statunitense fosse presa in considerazione, il mercato del corallo campano finirebbe in ginocchio, con un danno di oltre 100 milioni di euro e la perdita di oltre mille posti di lavoro. Si chiuderà domani l’"International Workshop Red Coral Science Management and Trade" promosso dai ministri degli Esteri e dell’Ambiente: 35 delegati in rappresentanza di 25 paesi e della Fao si sono riuniti all’università Pathenope di Napoli per discutere dell’elaborazione di un piano per lo sviluppo sostenibile della risorsa corallo. Si chiama "Red Coral Project" il progetto finanziato dall’Unione Europea per lo studio del corallo. L’obiettivo è quello di trovare degli escamotage per preservare le barriere coralline senza porre limiti al commercio del corallo.

Maria Consiglia Izzo

Il corallo potrebbe divenire una specie protetta


Gli USA vogliono che il corallo sia inserito nelle liste CITES, entrando a far parte delle specie protette. Se ne è discusso durante un workshop, tenutosi a Napoli, fortemente voluto da Assocoral. Il Presidente di quest’associazione, Ciro Condito, ci illustra gli esiti dell’incontro.
Nel 2007 Assocoral ha già scongiurato l’ingresso del corallo in CITES. Come mai gli USA insistono?
“In America arrivano grandi quantità di coralli e paracoralli. I dati americani sono dati globali e non dati riguardanti le singole specie; in realtà i coralli preziosi, quelli lavorati a Torre del Greco, costituiscono piccole quantità che incidono ben poco sulle <> che arrivano in America”.
La Tiffany SeaWeb ha finanziato una campagna in difesa del corallo. A Tiffany il corallo fa paura?
“Tiffany fa un uso quasi nullo del corallo, quindi non ha nessun interesse economico in merito. Il finanziamento della campagna ambientalista è per Tiffany un ritorno di immagine: in una società in cui si sente forte il bisogno di proteggere l’ambiente, l’attenzione a questa problematica può servire ad occultare altri problemi, come la raccolta indiscriminata di altri tipi di pietre che Tiffany utilizza”.
Al workshop si è parlato dell’elaborazione di un piano per lo sviluppo sostenibile della risorsa. Di che si tratta? “Quello del corallo è un business che va avanti da secoli, quindi nella categoria è sempre presente l’idea di poter utilizzare la risorsa anche in futuro. Il workshop si è concluso con un documento unitario in cui tutte le nazioni presenti hanno confermato il dato che nel Mediterraneo non ci sono problemi di estinzione del corallo. E’ opportuno, tuttavia, un miglioramento nella gestione della pesca”.
Le aziende torresi legate al corallo sono riuscite a fronteggiare la crisi? “Il nostro settore, che produce beni di lusso, risente maggiormente rispetto ad altri settori della crisi globale. Essa è poi aggravata dall’ingresso nell’Appendice III, richiesto dalla Cina, di alcune specie di corallo (quelle pescate nel Pacifico): nell’acquirente sorge il dubbio che l’acquisto del prodotto possa contribuire al danneggiamento dell’ambiente”.
Come si è posta la politica locale nei confronti di questa ed altre problematiche legate al settore?
“Abbiamo avuto qualche colloquio con gli amministratori locali, speriamo in un loro fattivo appoggio in questi mesi di preparazione alla prossima COOP, la conferenza delle parti durante la quale si valutano nuovi inserimenti di specie all’interno della CITES, che si terrà a marzo 2010”.
Le future proposte di Assocoral. “Innanzitutto un miglioramento della legislazione della pesca a livello europeo. Urge la costituzione di un centro ricerca sul corallo e mi auguro che questa proposta sia seriamente valutata dai politici locali. Infine, è opportuno conferire maggiore riconoscibilità ai prodotti che provengono da Torre del Greco, magari attraverso la creazione di un marchio di identificazione”.
Maria Consiglia Izzo

Torre del Greco, SOS camorra: se ne è parlato in consiglio comunale


Mercoledì 14 ottobre l’assise comunale di Torre del Greco si è riunita per discutere dell’emergenza criminalità. Al tavolo di lavoro, oltre ai componenti dell’amministrazione comunale torrese, erano seduti: Giuseppe Mennella, vittima dell’ultimo attentato camorristico made in Torre del Greco, Giosuè Starita, Sindaco di Torre Annunziata, Luciano Passariello, Presidente della Commissione anti – camorra, Franco Malvano, Assessore provinciale alla Sicurezza, Salvatore Duraccio, Assessore alla Sicurezza del Comune di Portici, Vito Nocera, capogruppo del Prc alla Regione Campania, Silvana Fucito, Presidente dell’associazione “San Giovanni a Teduccio per la legalità”, Annamaria Belfiore,. Presidente dell’associazione “Napoli centro per la legalità”, Raffaella Ottaviano, Presidente dell’associazione antiracket di Ercolano, Giulio Esposito, Presidente dell’ASCOM torrese, Pasquale Del Prete, Presidente dell’associazione ACET e tutte le Forze dell’Ordine. Due i punti all’ordine del giorno: l’istituzione di una consulta comunale sui temi della sicurezza e la convocazione su territorio torrese del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza. Tanti gli interventi. Giulio Esposito ha espresso il bisogno dell’imprenditoria di essere affiancata dalle Istituzioni. “Abbiamo chiesto una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine ed abbiamo avanzato alla Prefettura la proposta che il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza fosse riunito a Torre del Greco, ma non abbiamo ricevuto risposte soddisfacenti – ha affermato il Presidente dell’ASCOM torrese – stiamo approntando un comitato tecnico che supporterà le eventuali denunce”. Mentre Starita ha accennato ad una cooperazione tra comuni viciniori per sconfiggere la camorra ed ha incitato alla creazione di “uno sviluppo sano, non illegale”, l’assessore Duraccio ha ribadito l’importanza della collaborazione con le Forze dell’Ordine e la necessità di entrare nelle scuole perché “dove c’è degrado, c’è delinquenza”. A tal proposito il consigliere torrese Giuseppe Girardi ha annunciato che a breve l’Amministrazione comunale organizzerà una serie di incontri nelle scuole che verteranno proprio sul tema della camorra. La Belfiore ha illustrato quanto è importante il supporto delle associazioni antiracket: “Noi tutti delle associazioni siamo nelle aule durante i processi penali, a fianco di coloro che hanno denunciato. Solo così scompare la paura della denuncia. Anche a Torre del Greco dovrà essere creata un’associazione antiracket”. Il consigliere Rivieccio ha fatto riferimento ad una variazione di bilancio, che sarà discussa durante il prossimo consesso comunale, che riguarderà il finanziamento di attività contro la dispersione scolastica; inoltre, ha proposto l’intitolazione dell’aula consiliare ai giudici Borsellino e Falcone. Il consigliere Massimo Meo ha parlato della necessità di intervenire con politiche occupazionali, ha ricordato che un’arma importante per prevenire atti camorristici è la videosorveglianza, ha proposto un aiuto finanziario per coloro che hanno il coraggio di denunciare il pizzo e ha ribadito l’importanza del raccordo tra le associazioni, le Istituzioni, i cittadini e le Forze dell’Ordine. “Solo oggi, dopo l’incendio del bar Mennella, ci si è accorti che esiste il racket”, così Silvana Fucito bacchetta le istituzioni. “Questo tema deve avere un seguito”, con queste parole Vito Nocera ha spronato gli imprenditori alla tenacia. L’On. Passariello ha accennato allo stanziamento di 5 milioni di euro per la lotta alla dispersione scolastica e ad una sua proposta di legge per l’istituzione di un fondo regionale antiracket cui potranno accedere ad horas gli esercizi commerciali vittime della camorra. Mentre Raffaella Ottaviano ha ribadito l’importanza del coinvolgimento della società civile, Giuseppe Mennella ha invitato ad avere fiducia nelle Istituzioni, ricordando una precedente denuncia, da lui svolta, che provocò l’incarcerazione di due componenti del clan Vollaro. L’Assessore Malvano ha apprezzato l’iniziativa della creazione di un’associazione antiracket ed ha ribadito le necessità della vicinanza tra Stato ed imprenditoria e della creazione di una rete: “L’Amministrazione può ascoltare: un sindaco, un consigliere, un assessore fanno meno paura di un agente”. “Cercherò di creare un Osservatorio sulla criminalità alla Provincia di Napoli – ha anticipato Malvano – Mi impegnerò a portare iniziative a Torre del Greco, come quella della videosorveglianza. La confisca dei beni è un altro strumento intimidatorio importante per sconfiggere la camorra. Nei prossimi giorni vorrei incontrare i responsabili della Polizia locale in virtù del principio di sinergia prima invocato”. Il Sindaco Borriello ha concluso lamentando la lentezza degli iter burocratici come causa della non avvenuta installazione della videosorveglianza e ha annunciato una nuova gara di appalto per l’affidamento del servizio. Il primo cittadino, inoltre, ha ribadito la necessità di entrare nelle scuole e l’urgenza di un rinsaldamento del legame tra la politica e l’imprenditoria. Borriello, infine, ha fatto riferimento all’episodio dell’aggressione della vigilessa ed ha invitato le Forze dell’Ordine e la Magistratura a dare delle risposte forti. La seduta si è conclusa con l’approvazione unanime di tutte le proposte

Maria Consiglia Izzo

Nylon che passione


Le poliammidi sono le componenti di più del 50% del nostro guardaroba. Esse sono fibre sintetiche; le fabbriche di slip, maglie e calze ne fanno incetta. La poliammide più famosa al mondo è conosciuta con il nome “nylon”. La sua prima comparsa risale al dopoguerra. Una leggenda racconta che quando gli Stati Uniti entrarono in guerra con il Giappone, quest’ultimo impedì l’esportazione della seta proveniente dalla Cina che serviva agli americani per la tessitura dei paracadute. Così gli statunitensi intensificarono le ricerche e scoprirono un nuovo materiale, il cui nome fu l’acronimo formato dalle iniziali delle parole che compongono la frase “Now You Lose Old Nippon” (Ora tu perdi vecchio Giappone): il NYLON. Chissà se è vero… di certo è divertente. Sicuramente questa fibra sintetica nacque con lo scopo di sostituire la seta. Inoltre, con la parola “nylon” venivano appellati, prima della recente crisi finanziaria, quei manager rampanti che passavano metà settimana a New York e metà a Londra (London): Ny – Lon, appunto.

Maria Consiglia Izzo

Matematica applicata… ai regali di Natale


Il regalo utile? Da oggi in poi è possibile farlo. Arriva dal Regno Unito una formula matematica che consente a tutti coloro che non sanno mai cosa regalare ai propri parenti, amici o partner di individuare il regalo a loro più adatto. L'autore è il dottor Cliff Arnall, lo psicologo dell'università britannica di Cardiff, noto per le sue bizzarre scoperte (ha individuato nel terzo lunedì del mese di gennaio il giorno più triste dell’anno e nel 20 giugno quello più felice). Una nota catena di giocattoli ha somministrato un sondaggio ad oltre 5.000 genitori inglesi ed ha scoperto che nel 65% dei casi i figli ricevono regali a loro non graditi. Prima, quindi, meglio analizzare il giocattolo in base a sei criteri: se l'oggetto permette al piccolo di giocare da solo (variabile Pi), di giocare con gli altri (Po), di stimolare la sua creatività (Cr), di sviluppare l'interazione sociale (S); se il gioco è pratico nel trasporto (U) e se può essere passato anche ai fratelli più piccoli (H). Ad ognuno di questi variabili bisogna dare un valore da uno a cinque. Poi provate a definire la quantità di ore settimanali che il bambino dedicherà all'utilizzo dell’oggetto ( variabile T). Individuate poi la somma dei mesi durante i quali il giocattolo rimarrà di suo interesse (variabile L); moltiplicate le due cifre e dividete il risultato per la radice quadrata del costo (variabile C). Aggiungete, infine, la somma totale dei sei criteri e il risultato sarà la percentuale di usabilità del gioco. Dunque, la formula per il regalo perfetto è la seguente: TxL+Pi+Po+Cr+S+U+H/radice quadrata di C. I valori ottimali si trovano intorno al numero 40. A questo punto, spontanea sorge una domanda: la formula è applicabile solo ai giocattoli? Se la matematica può essere considerata un’opinione, anche questa formula lo è. Dunque è possibile interpretarne le variabili in questo modo:

variabile Pi: se è un oggetto che il destinatario del regalo saprà utilizzare in autonomia;
variabile Po: se il regalo prima o poi tornerà utile anche a chi lo ha fatto;
variabile Cr: se l’oggetto stimolerà la creatività del ricevente;
variabile S: se il regalo svilupperà l’interazione sociale;
variabile U: se l’oggetto è facile da trasportare;
variabile H: se il regalo potrà essere riciclato;
variabile T: per quante ore a settimana il ricevente utilizzerà l’oggetto;
variabile L: per quanti mesi l’oggetto resisterà prima di rompersi;
variabile C: radice quadrata del costo.

E se i numeri proprio non vi piacciono, il sito “To buy or not to buy” (www.toybuyornot.co.uk/) vi semplificherà i conti e gli acquisti.

Maria Consiglia Izzo

Stand up! A gospel revolution


La rivoluzione di Ce Ce Rogers è arrivata a Napoli: il pioniere della musica house ha invaso con un esercito composto da trenta “rivoluzionari” il palcoscenico del teatro Bellini intonando canti gospel su passi hip hop. “Stand up! A gospel revolution!” (sottotitolo “L’energia dell’Hip hop incontra l’anima gospel”): questo il titolo del grande show musicale che già un anno fa rivoluzionò i palinsesti teatrali in cui mai erano state contemplate la cultura hip hop e le manifestazioni ad essa connesse. Trenta ballerini hip hop, italiani ed americani, caricati d’energia dalle coreografie dirompenti di David Bellay , Betty Style ed Alberto Palmisano formano l'esercito del condottiero Rogers. Nato a Cleveland, newyorkese di adozione, Kenneth (è questo il vero nome di Rogers) ha lavorato con Aretha Franklin, Luther Wandross , Marshall Jefferson, Janet Jackson e tanti altri. A 11 anni si è esibito al “Soul City Show” con James Brown che, stupefatto dal suo talento, lo paragonò a Chubby Checker, ribattezzandolo così “Ce Ce Rogers”. Non solo singer dall’ugola portentosa, ma anche arrangiatore: Rogers, infatti, assieme a Fabio Serri, ha curato gli arrangiamenti dei brani di questo singolare musical. “Lavorare con Rogers è stato bellissimo. Lui riesce a coinvolgere tutti – ha affermato Serri – a fine spettacolo tutti gli spettatori sono in piedi a ballare”. Fabio Serri nasce come tastierista ed ha sempre cercato un contatto con contesti musicali internazionali. “Adoro lavorare con le voci”, queste le parole con cui Serri ha giustificato la sua collaborazione con Rogers, considerato che l’arrangiatore delle musiche dell’ormai famosissimo “Il mondo di Patty” ha lavorato a tipologie di musical diverse da questo (Hello Kitty, Winx).
“In questo spettacolo le sonorità gospel sono mischiate con quelle street”, ha spiegato Serri. Dunque, una rivoluzione musicale che stravolge la classica struttura corale del gospel, arricchendola con acrobazie e movimenti. Un quadro in continuo divenire che l’osservatore può ammirare da più angolazioni: su ogni punto della scena c’è una voce da udire od un passo da ammirare. Davvero versatile il corpo di ballo che si muove con disinvoltura tra hip hop, house dance e reggae. Coreografie talmente rivoluzionarie che uno dei brani cantati del musical è stato creato grazie all’osservazione dei relativi passi di danza. Anche lo spazio scenico è versatile: pannelli che ritraggono edifici dall’architettura semplice si spostano per consentire l’”entrata su scena” del pianoforte, un pannello su cui vengono proiettate luci colorate cela un’impalcatura di acciaio su cui i ballerini/acrobati si esibiscono. Tutto ricorda le strade newyorkesi dove i giovani interagiscono suonando, ballando e cantando. La rivoluzione invade anche i contenuti: i dialoghi in cui Rogers ironizza sul suo italiano imperfetto, l’amore per la musica e per la danza che diventa un messaggio positivo ed universale, il pensiero che credere in Dio possa essere la vera rivoluzione, il concetto che essere sensuali e valorizzare il proprio corpo non significa peccare, lo sprono a non sottomettersi al sistema e ad essere se stessi.
Lo show è stato prodotto dalla Mas (Music, arts &Show), la regia è di Toto Vivinetto.

Maria Consiglia Izzo

Anche l’acqua inquina


Meglio in bottiglia o dal rubinetto? E’ questo il dilemma di ognuno di noi quando, assetati, vogliamo riempire il nostro bicchiere di acqua. Da tempo in tutto il mondo si organizzano campagne e iniziative per limitare il consumo di acqua imbottigliata e promuovere l'uso degli acquedotti pubblici. In Italia Legambiente, nota associazione ambientalista, è stata una delle promotrici della campagna “Imbrocchiamola” per favorire l’uso dell’acqua pubblica. Altre campagne sono: “Acqua in brocca” nelle scuole elementari di Arezzo, oppure “San rubinetto”, “Acqua di San Giorgio”, a Genova. Ha suscitato scalpore nel 2008 la pubblicità che ritraeva Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, con in mano una brocca d’acqua ed il cui claim recitava “Anch’io bevo l’acqua del sindaco”. Ancora più scalpore ha suscitato la notizia che l’autorità municipale di Burdanoon, paesino australiano a 150 Km da Sidney, ha imposto il divieto di vendita dell’acqua minerale imbottigliata. Naturalmente nel mirino non ci sono gli effetti su chi beve, ma quelli che l'imbottigliamento e la distribuzione di acqua producono sul pianeta. Studi scientifici evidenziano che ogni anno vengono consumati 81 milioni di litri di petrolio e 600 miliardi di litri di acqua (necessari per la lavorazione della plastica) per produrre 154 miliardi di acqua minerale in bottiglia. Per produrre un chilo di Pet (polietilene tereftalato), la plastica usata per l'acqua, occorrono infatti circa due chili di petrolio e 17 litri di acqua, la cui lavorazione rilascia nell'atmosfera sostanze inquinanti ed oltre 2,3 chili di anidride carbonica. Insomma, un contributo considerevole all’allargamento del buco dell’ozono. Già da tempo negli Stati Uniti, precisamente a New York e San Francisco, le amministrazioni hanno vietato l’utilizzo di acqua minerale imbottigliata all'interno degli uffici pubblici. L’Italia ha il primato in Europa come più grosso bevitore di acqua minerale confezionata: nel 2006 gli italiani hanno consumato circa 350.000 tonnellate di plastica Pet per confezionare le acque, su un totale di 409.000 tonnellate per tutti gli imballaggi italiani. I produttori di acqua minerale in bottiglia si difendono mettendo in evidenza il loro sforzo nel limitare il peso delle bottiglie e dei tappi, nel riciclo del Pet e nel trasporto su rotaia e ricordano che le acque imbottigliate provengono da sorgenti pure e, quindi, sono diverse dall’acqua potabile di rubinetto.

Maria Consiglia Izzo

Il vintage fa solidarietà


Chi non ha mai desiderato una scarpa Gucci, una borsa Chanel od una cravatta Pierre Cardin? Oggetti tanto ambiti, ma difficilmente acquistabili a causa dei prezzi non alla portata di tutti. Oggi, però, c’è un modo per comprare questi oggetti a prezzi contenuti facendo, allo stesso tempo, una buona azione. In una nota e centrale strada milanese, via Ressi, c’è un negozio in cui si possono trovare capi d’abbigliamento, accessori ed oggetti per la casa griffati gestito dall’associazione Archè. “Vintage solidale”: è questo il nome dell’esercizio commerciale che unisce l’utile, ovvero il fare della sobria beneficenza, al dilettevole, ovvero acquistare un abito od un accessorio firmato. I capi di abbigliamento vengono accuratamente selezionati, lavati e stirati, prima di essere messi in vendita. Molte sono le aziende che danno forza a questo progetto; alcune di queste hanno installato dei punti di raccolta all’interno dei loro uffici, altre donano all’associazione la merce invenduta. Un messaggio importante in tempi di crisi ed individualismo.
L’associazione Archè, fondata nel 1991 da padre Giuseppe Bettoni, si occupa dell’assistenza di bambini e famiglie che soffrono di gravi disagi sociali derivati dalla sieropositività e di minori con problemi di tipo psichico. I volontari dell’associazione sono presenti in diversi ospedali di Milano. Tante sono le persone che hanno aderito all’ambizioso progetto solidale di padre Bettoni: solo nel negozio di Milano c’è un ricambio di oltre quaranta persone che si dedicano alla selezione, allo stoccaggio ed alla vendita del materiale che arriva. Un modo diverso ed educativo di fare solidarietà che tutti possiamo adottare.
Vintage Solidale
Via Ressi, 23 – Milano
Orari
Lunedì: 15.30 – 19.00
Da martedì a sabato: 9.30- 12.30/15.30 – 19
Tel 02603603
Web: www.arche.it

Maria Consiglia Izzo

I Dottor Sogni al Santobono di Napoli


Arriveranno il 25 gennaio all’ospedale Santobono Pausillipon di Napoli i Dottor Sogni della Fondazione Theodora. L’ingresso dei clown è stato possibile grazie alla mediazione dell’associazione Carmine Gallo, che da anni si occupa dell’assistenza morale dei malati e di fare raccolte fondi per l’acquisto di nuovi macchinari per l’ospedale. Daniela Bianchi, direttrice della Fondazione Theodora Italia, ha stipulato una convenzione con la direzione del Santobono che stabilisce che i Dottor Sogni saranno presenti ogni quindici giorni per ben tre ore (9:30/12:30) in ospedale. Gli incontri via via si intensificheranno e l’appuntamento con i Dottor Sogni diventerà tra pochi mesi settimanale. Sono quattro i clown, di origine romana, con cui i bambini faranno conoscenza, che si alteranno a due a due. Dottor Ragù, Dottor Supergiù, Dottor Apollo e Dottor Cinciampia: questi i nomi ricamati sui camici di questi singolari dottori. I primi due sono clown senior, gli altri due clown junion. C’è poi il Dottor Strettoscopio, il primo Dottor Sogni della storia, che, in qualità di clown supersenior, farà ogni tanto visita ai bambini napoletani. I Dottor Sogni operano in totale armonia con medici, infermieri e volontari presenti negli ospedali: per sostenere nel miglior modo possibile i bambini ricoverati occorre, infatti, un rigoroso rispetto dei ruoli e delle competenze. L’attività del Dottor Sogni in ospedale non consiste in uno “spettacolo in corsia” in un momento casuale della settimana o in una performance di animazione del finesettimana, ma in una visita ad ogni singolo bambino, stanza per stanza, in un giorno della settimana definito insieme al reparto ospedaliero. La cadenza settimanale in un giorno specifico permette al bambino di vivere l’incontro con il clown come un fatto straordinario ed eclatante e consente a lui e alla sua famiglia uno spazio di tempo sufficiente all’elaborazione delle emozioni espresse durante la visita precedente. Durante la visita vengono coinvolti spesso anche i familiari: sia i genitori, sia i fratellini o le sorelline che soffrono il ricovero ospedaliero quanto il piccolo malato. Fondazione Theodora, in Italia e nel mondo, si sostiene grazie alla generosità di privati e aziende. Ultimamente la Fondazione ha formato ben dodici clown. Due le conquiste che i Dottor Sogni hanno realizzato quest’anno: l’ospedale Bambin Gesù di Roma e l’ospedale napoletano Santobono. “A noi piacerebbe essere in più ospedali possibili e agli ospedali piacerebbe avere questi clown professionisti all’interno dei reparti di pediatria”, queste le parole di Valentina Musci, reponsabile comunicazione ed eventi della Fondazione. “Il mio compito è quello di diffondere il più possibile la mission della Fondazione e di invitare le persone a sostenere la stessa, così da poter formare sempre più clown da inviare in altri ospedali”, con queste parole la torrese Giancarla Barberio, ambasciatrice della Fondazione, incoraggia tutti a sostenere la formazione di questi speciali dottori.

Ogni donazione è preziosa e i versamenti possono essere effettuati:
- in posta c/c postale: 13659222
- in banca IBAN: IT 41 W 03069 01603 1 0000 0102 383
- on line, con carta di credito, su www.theodora.it

Inoltre, è possibile acquistare la Bomboniera e la Pergamena del Sorriso che possono essere utilizzate in occasione di matrimoni, battesimi o comunioni.

Maria Consiglia Izzo

Tutti pazzi per il burlesque


Un reggiseno decorato, guanti da sera lunghi, boa, ventagli: questi gli accessori del burlesque, che con ironia e malizia sta invadendo i palchi d’ogni genere di locale ed evento. Torna in auge lo spettacolo divertentemente sexy: la sua popolarità è tale che decine di donne, normali donne che non hanno mai calcato un palco, decidono di provare almeno una volta a sfilarsi i guanti di velluto nero. Nelle palestre e nei centri per il tempo libero nascono corsi dedicati a quest’arte della seduzione, perché tutte le donne imparino ad assumere movenze super femminili ed atteggiarsi a vere dive. Non solo teatro, il burlesque approda anche nel cinema, con un dramma musicale interpretato da Cher, Christina Aguilera e Stanley Tucci. L’obiettivo del film è quello di diventare un nuovo Moulin Rouge: divertente, colorato e sensuale. Altri nomi di personaggi famosi che si sono ispirati alla cultura del burlesque per le loro esibizioni sono: Madonna, Gwen Stefani, Marylin Manson e Lady Gaga. I nomi più famosi del panorama contemporaneo di questa forma artistica sono quelli di Miss Dirty Martin, Cecilia Bravo e Dita Von Teese.
Nato nella seconda metà dell’Ottocento nell’Inghilterra vittoriana ed importato solo successivamente negli Stati Uniti, dove ebbe grande successo soprattutto fra gli strati meno abbienti della società, il burlesque assunse una funzione di spettacolo di divertimento per adulti, imperniato su scene comiche a sfondo erotico, danze del ventre, siparietti improvvisati basati su doppi sensi e canti. La cocktail generation degli anni ’90 s’innamorò di questa cultura e cominciarono a fioccare eventi legati al burlesque: dalle serate nei club ai party nelle discoteche, fino a spettacoli, convention, concorsi e quant’altro. Ora, a più di un decennio di distanza dall’inizio della riscoperta, possiamo dire che il neo burlesque non è una moda. Nel burlesque contemporaneo la caratteristica ironica si è fatta più forte che nel passato: la sostanza è un puro, triviale divertimento. Altra differenza dal passato è che il burlesque è diventato un mondo dominato dalle donne: molte artiste non si esibiscono per professione, bensì per puro divertimento. In più, sul palco anche gli uomini fanno la loro parte di spettacolo. I sexy show del burlesque fanno proseliti soprattutto fra il gentil sesso: “Farò impazzire il mio ragazzo”, “La faccio meglio io la mossetta di questa qui”. E gli uomini slittano in seconda fila.
Ma quali sono i particolari più sfiziosi di questi spettacoli? Tra gli accessori utilizzati, indispensabili sono le piume di struzzo, usate per i lunghi boa, per gli enormi ventagli e per decorare anche interi vestiti delle artiste. Un tono più giocoso è dato dai palloncini. Il numero classico del cosiddetto “balloon striptease” prevede che l’artista ne abbia diverse decine attaccate al corpo e che, facendoli esplodere uno alla volta, resti progressivamente nuda. Un accessorio utilissimo del burlesque è il sorriso. Eccolo qui il segreto della seduzione, l’elemento che non deve mai mancare mentre si gira intorno la sedia, compagna fidata di molte performance, mentre si arrotolano le calze autoreggenti sulla gamba per poi lanciarle in aria. La musica che accompagna le esibizioni delle artiste del neo burlesque dipende dalle preferenze e dall’estro delle stesse. C’è chi recupera i brani dell’epoca in cui quest’arte nacque, chi gradisce un gusto più exotic e chi sperimenta qualunque tipo di musica possa stimolare la creatività, sia essa classica, metal, pop, grunge o altro. Provocazione, sguardi maliziosi e tanta allegria: bionde, brune o rosse fa poca differenza, l’importante è aver voglia di giocare col corpo e sedurre chiunque capiti a tiro.

Maria Consiglia Izzo

Il rapporto dell'uomo con la natura nelle danze dei Momix


Andrà in scena fino al 25 aprile 2010 al Teatro Bellini di Napoli il nuovo spettacolo della compagnia americana Momix, diretta da Moses Pendleton e da lui fondata nel 1980, "Bothanica".
Bothanica ricrea le meraviglie della natura, del mondo vegetale: temporali d'agosto, insetti frenetici, fiori che sbocciano, farfalle e tutto ciò che riguarda lo stupefacente micro e macrocosmo che circonda l’uomo, e di cui appunto l’uomo dovrebbe avere più cura, in un’epoca in cui la natura è, invece, fortemente minacciata dalle sue costanti incursioni disequilibratrici. I meravigliosi danzatori-illusionisti plasmano il proprio corpo a seconda del soggetto che devono interpretare, sia esso animale o vegetale, per rappresentare una natura viva e pulsante in tutte le sue parti.
Lo spettacolo è diviso in due parti: Winter Spring (il nome delle due prime stagioni Inverno-Primavera, ma anche, in inglese, “lo slancio dell’inverno”) e Summer Fall (Estate-Autunno, ma anche “la caduta dell’estate”). E in questo semplice ma affascinante gioco linguistico si nasconde molta della elementare ma accattivante filosofia Pendleltoniana. Le coreografie sono un insieme di elaborati giochi ottici, intessuti di efficaci strutture dinamiche proprie della modern dance americana. Il panorama sonoro è impressionante per varietà: ben trentacinque diverse fonti sonore, dalle musiche delle Quattro Stagioni di Vivaldi ad alcuni brani di Peter Gabriel, tutte legate dal rumore dell'acqua. Tutto questo, insieme ai fantastici elementi scenici quali lo sfondo nero, le proiezioni, l'illuminotecnica ed i costumi, creano delle meravigliose illusioni ottiche. C'è, per esempio, un tessuto incredibilmente elastico che si attacca al corpo, ma può anche gonfiarsi moltissimo ed in un momento, da conchiglia, può trasformarsi in un bellissimo iris. Bellissimo l’effetto di buio, braccia e gambe fosforescenti, che sembrano entità autonome capaci di assumere qualsiasi forma. In altri momenti dello spettacolo, vi sono immagini astratte, che possono essere interpretate in modo diverso dallo spettatore oppure figure che subiscono continue metamorfosi, come il millepiedi che genera tanti centauri. Una gabbia diventa qualcosa di aereo con la danzatrice che si muove in un certo modo; i petali di un fiore diventano le ali di una farfalla oppure la gonna di una ballerina di flamenco. "Ho concepito lo spettacolo come una metamorfosi - dice Pendleton - corpi che si trasformano in pietre, alberi o api. Il mio approccio è stato simile a quello poetico che ha avuto Pablo Neruda, il mio poeta preferito che leggo ogni mattina prima di andare a nuotare in un lago freddissimo, a proposito delle relazioni fra esseri umani e natura. Il Surrealismo afferma che fantasia e sogni rispecchiano sprazzi di realtà. Passo molto tempo ad analizzare il mondo dei sogni e chissà, questo forse si riflette nell'atmosfera di Bothanica e dei Momix in generale".
Tuttavia uno spettacolo dei Momix non può essere raccontato a chi non l’ha mai visto: la magia della loro arte è comprensibile solo allo sguardo.

M.C. Izzo

Tutti promossi o tutti bocciati


Il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, insieme al Premier Berlusconi, hanno presentato una riforma delle scuole superiori che prevede 13.000 tagli per l’anno scolastico 2011-2012, dopo i 42.000 effettuati nell’anno 2009-2010. Dopo la scure sui maestri, sui docenti A043 e sulla seconda lingua comunitaria, ora tocca ai licei, agli istituti tecnici e professionali. In riduzione anche i centri per gli adulti.
Questo riordino sarà attuato a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi. A rischio anche i corsi di recupero. Nel 2008 per i corsi di recupero furono stanziati 95 milioni, che nel 2007 - quando l'allora ministro Fioroni ripristinò il “rimando” a settembre - ammontavano a 210 milioni. Il preside di un liceo scientifico statale romano, il Keplero, ha scritto una lettera di protesta alla Gelmini; sei politico a tutti gli studenti per mancanza di fondi per i corsi di recupero o tutti bocciati: queste le due ipotesi che il dirigente scolastico ha prospettato nella lettera al ministro. Ce ne sarebbe una terza: fare pagare alle famiglie i corsi estivi, come accadrà all'istituto Fermi di Verona, che farà pagare 100 euro per ogni corso di recupero di 15 ore. Ma quest’ultima ipotesi sembra essere la meno accreditabile, poiché potrebbe provocare uno scoraggiamento delle famiglie e la successiva alimentazione del mercato delle ripetizioni private. "Per fare i corsi integrativi di recupero, tanto necessari per i più deboli e svantaggiati - spiega il preside nella lettera - ci vorrebbero almeno quei finanziamenti certi, tempestivi e mirati dello Stato previsti dal decreto ministeriale n. 80 del 3 ottobre 2007 (art. 10 sul capitolo 1287) già elargiti nel 2008 e 2009, ora invece eliminati o peggio girati alle scuole private".
Secondo i sindacati questa riforma non è altro che una mascherata procedura di cassa-integrazione per il personale della scuola con un ben quantificato taglio dei posti di docenza e delle ore di insegnamento a discapito della didattica e della continuità.
L'evento è stato definito epocale, perché il mondo dell’istruzione superiore non vedeva cambiamenti così radicali da parecchio tempo, e precisamente dal 1923, quando a modificare i licei ci pensò il filosofo e pedagogista italiano Giovanni Gentile, insieme a Benedetto Croce, uno dei maggiori esponenti dell'idealismo, e un importante protagonista della cultura italiana nella prima metà del XX secolo.

M.C.Izzo