mercoledì 9 giugno 2010

Il corallo potrebbe divenire una specie protetta


Gli USA vogliono che il corallo sia inserito nelle liste CITES, entrando a far parte delle specie protette. Se ne è discusso durante un workshop, tenutosi a Napoli, fortemente voluto da Assocoral. Il Presidente di quest’associazione, Ciro Condito, ci illustra gli esiti dell’incontro.
Nel 2007 Assocoral ha già scongiurato l’ingresso del corallo in CITES. Come mai gli USA insistono?
“In America arrivano grandi quantità di coralli e paracoralli. I dati americani sono dati globali e non dati riguardanti le singole specie; in realtà i coralli preziosi, quelli lavorati a Torre del Greco, costituiscono piccole quantità che incidono ben poco sulle <> che arrivano in America”.
La Tiffany SeaWeb ha finanziato una campagna in difesa del corallo. A Tiffany il corallo fa paura?
“Tiffany fa un uso quasi nullo del corallo, quindi non ha nessun interesse economico in merito. Il finanziamento della campagna ambientalista è per Tiffany un ritorno di immagine: in una società in cui si sente forte il bisogno di proteggere l’ambiente, l’attenzione a questa problematica può servire ad occultare altri problemi, come la raccolta indiscriminata di altri tipi di pietre che Tiffany utilizza”.
Al workshop si è parlato dell’elaborazione di un piano per lo sviluppo sostenibile della risorsa. Di che si tratta? “Quello del corallo è un business che va avanti da secoli, quindi nella categoria è sempre presente l’idea di poter utilizzare la risorsa anche in futuro. Il workshop si è concluso con un documento unitario in cui tutte le nazioni presenti hanno confermato il dato che nel Mediterraneo non ci sono problemi di estinzione del corallo. E’ opportuno, tuttavia, un miglioramento nella gestione della pesca”.
Le aziende torresi legate al corallo sono riuscite a fronteggiare la crisi? “Il nostro settore, che produce beni di lusso, risente maggiormente rispetto ad altri settori della crisi globale. Essa è poi aggravata dall’ingresso nell’Appendice III, richiesto dalla Cina, di alcune specie di corallo (quelle pescate nel Pacifico): nell’acquirente sorge il dubbio che l’acquisto del prodotto possa contribuire al danneggiamento dell’ambiente”.
Come si è posta la politica locale nei confronti di questa ed altre problematiche legate al settore?
“Abbiamo avuto qualche colloquio con gli amministratori locali, speriamo in un loro fattivo appoggio in questi mesi di preparazione alla prossima COOP, la conferenza delle parti durante la quale si valutano nuovi inserimenti di specie all’interno della CITES, che si terrà a marzo 2010”.
Le future proposte di Assocoral. “Innanzitutto un miglioramento della legislazione della pesca a livello europeo. Urge la costituzione di un centro ricerca sul corallo e mi auguro che questa proposta sia seriamente valutata dai politici locali. Infine, è opportuno conferire maggiore riconoscibilità ai prodotti che provengono da Torre del Greco, magari attraverso la creazione di un marchio di identificazione”.
Maria Consiglia Izzo

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